Sindrome dell’Ovaio Policistico

La sindrome dell’ ovaio policistico (PCOS) é una delle patologie endocrinologiche più diffuse tra le donne in età fertile; ne sono afette tra il 5 ed il 10% delle donne. E’ caratterizata da cicli anovulatori, da un iperandrogenismo clinico (irsutismo, acne) o biologico (aumento degli androgeni nel sangue) e da una morfologia policistica delle ovaie. Si tratta di una sindrome molto eterogenea che racchiude 4 diversi fenotipi :

  1. Cicli anovulatori +iperandrogenismo+morfologia policistica delle ovaie
  2. Cicli anovulatori +iperandrogenismo
  3. Iperandrogenismo+morfologia policistica delle ovaie
  4. Cicli anovulatori+morfologia policistica delle ovaie

I cicli anovulatori sono la causa d’infertilità.

Nel 30-60% dei casi la sindrome é associata all’obesità: quest’ultima é responsabile della riduzione della risposta alle stimolazioni farmacologiche delle ovaie.

La perdita di peso é considerata come la prima terapia per il trattamento del PCOS. Numerosi studi hanno dimostrato una ripresa dell’ovulazione spontanea dopo perdita di peso in pazienti con PCOS e BMI>30.

Una modifica dello stile di vita (aumento esercizio fisico, perdita di peso) deve essere instaurata in questa tipologia di pazienti come prima terapia.

L’induzione dell’ovulazione puo’ essere realizzata in pazienti con un BMI > 35 con l’utilizzo della metformina.

Per le pazienti con un BMI normale o <35 il farmaco di prima scelta per indurre l’ovulazione é considerato dagli studi clinici in Citrato di clomifene (Clomid).
Si inizia classicamante con una dose di 50 mg/gg dal G3 al G8 , e si aumentano le dosi in caso di assenza di risposta all’ecografia. Da evitare il più possibile le iperstimolazioni.

È consigliabile realizzare al massimo 6 cicli in caso di assenza di gravidanza, o al massimo 3 nel caso di assenza di ovulazione.

Nel caso in cui il citrato di clomifene non sortisca alcun risultato in termini di gravidanza, la tappa successiva é il ciclo di FIVET classico.

La stimolazione ovarica delle pazienti con PCOS é associata ad un rischio maggiore di iperstimolazione ovarica (OHSS). Gli studi condotti negli ultimi anni sono stati mirati all’utilizzo di farmaci e di dosi che evitano tale effetto collaterale.

La sindrome da iperstimolazione ovarica può essere definita come una serie di sintomi causati da un passaggio abnorme di liquidi dal circolo ematico a distretti che, normalmente, non contengono liquidi come ad es. la cavità addominale. La sindrome, ancora, è associata ad un aumento abnorme delle ovaie, che sono state stimolate farmacologicamente.

La sindrome da iperstimolazione ovarica si manifesta attraverso:

  • abnorme sensazione di gonfiore addominale
  • aumento di peso (da ritenzione di liquidi)
  • senso di pesantezza al bacino
  • diminuzione della quantità  di urina giornaliera (oliguria)
  • aumentata sensazione di sete
  • dispnea ( difficoltà respiratoria )

Esistono tre gradi di iperstimolazione ovarica :lieve , moderata e severa.
L’incidenza dell’OHSS severa é del 15% in pazienti con PCOS e del 5% in generale. Soltanto il 2% delle donne che presentano OHSS necessitano di un ricovero.

L’ormone AMH (suggestivo della funzione ovarica) é utilizzato attualmente come parametro per giudicare la severità di un PCOS. Attualmente il suo valore può essere utilizzato come prognostico per la prevenzione dell’OHSS.