Articolo a cura del Dott. Giuseppe Mario Lentini

Una delle domande che più spesso viene posta dalle donne che hanno eseguito il transfer degli embrioni in utero a conclusione di un ciclo di fecondazione in vitro é

Ma ora cosa devo fare? Come mi devo comportare? Devo stare ferma a letto fino a che non ho il risultato?

Oppure, nei casi di fallimento, quante volte ci sentiamo chiedere

Ho fatto qualcosa che non dovevo fare? Non sono stata abbastanza ferma?

Il comportamento da tenere dopo aver effettuato il trasferimento in utero degli embrioni è spesso uno degli aspetti più controversi e le indicazioni che vengono poste dai centri al riguardo sono le più varie.

.

In linea di massima i medici sono per lo più orientati a raccomandare uno stile di vita piuttosto tranquillo anche se talora non mancano indicazioni più o meno estreme con raccomandazioni ad un riposo pressoché assoluto.

.

Questo orientamento cautelativo non trova però riscontro nei dati attualmente presenti in letteratura, sia per quanto riguarda il riposo nell’immediato post-transfer che per quanto riguarda il comportamento nei giorni successivi in attesa dell’esito della procedura.

.

Subito dopo il transfer embrionario una delle maggiori paure è che un qualsiasi movimento possa portare all’espulsione degli embrioni per cui, in genere, le pazienti vengono mantenute in posizione sdraiata per un periodo variabile da qualche minuto a circa un’ora. Sicuramente il restare sdraiati per alcuni minuti subito dopo il transfer può essere utile anche a livello emotivo per scaricare la tensione che spesso accompagna questa fase così importante della procedura di procreazione assistita.

.

Ciononostante, da un punto di vista strettamente pratico i dati presenti in letteratura già da molto tempo indicano però come muoversi non determini comunque alcun rischio ai fini del risultato.

.

Nel 1998 uno studio pubblicato da Sharif e colleghi (1) ha infatti analizzato l’influenza del mancato riposo sia subito dopo il transfer che nei giorni successivi in 1091 cicli di fecondazione in vitro.

.

In pratica subito dopo il transfer le pazienti venivano fatte alzare, invitate a svuotare la vescica e dimesse invitandole peraltro a proseguire le loro normali attività nei giorni successivi. Le percentuali di gravidanza ottenute in queste pazienti sono quindi state confrontate con quelle riportate dal registro tenuto dalla Human Fertilization and Embriology Authority (HFEA) in 19.697 cicli eseguiti in un anno in Inghilterra e non hanno indicato alcun effetto negativo della mobilizzazione precoce.

.

Analogamente uno studio pubblicato nel 2005 (2), focalizzato sugli eventuali effetti della mobilizzazione immediata subito dopo il transfer degli embrioni, non ha evidenziato differenze statisticamente significative in termini di percentuali di gravidanza ottenute, riportando una percentuale di gravidanza pressoché sovrapponibili tra le pazienti che si sono mobilizzate subito dopo il transfer e le pazienti che sono rimaste sdraiate per un’ora dopo il transfer.

.

Un’ulteriore conferma dell’assenza di effetti negativi dell’immediata mobilizzazione è emersa dallo studio di Purcell e colleghi (3) pubblicato nel 2007. In questo studio gli Autori hanno valutato le differenze in termini di gravidanza tra un gruppo di 82 pazienti che sono state mantenute in posizione sdraiata per 30 minuti dopo il transfer degli embrioni ed un analogo gruppo di 82 pazienti che invece si sono alzate e sono state subito dimesse dopo il transfer.

.

Anche in questo caso non è stata evidenziata alcuna differenza tra i due gruppi ottenendo percentuali di gravidanza del tutto sovrapponibili.

.

Successive ulteriori osservazioni hanno anche di recente confermato tali risultati indicando sempre l’assenza di alcun effetto negativo dell’immediata mobilizzazione dopo il transfer (4, 5, 6).

.

Andando invece a prendere in considerazione gli effetti del riposo o dell’attività fisica nei giorni successivi al transfer, uno studio di Kucuk e coll. (7) ha analizzato l’influenza dell’attività fisica svolta sia prima che durante i trattamenti di fecondazione in vitro in termini di impatto sul tasso di impianto degli embrioni e di percentuale di gravidanze evolutive portate a termine.

.

In questo studio il grado di attività fisica svolto è stato valutato mediante un questionario, compilato dalle pazienti all’inizio del trattamento e sette giorni dopo il transfer, in cui venivano richieste informazioni sul tipo e sull’entità di attività fisica eseguita (camminare, lavorare a casa o in ufficio, tipo del lavoro svolto etc.). Sulla base di questo questionario le pazienti sono quindi state suddivise in gruppi in rapporto al grado di attività fisica svolto (lieve, moderata, intensa).

.

Nessuna delle pazienti che hanno partecipato allo studio ha svolto un’attività fisica di tipo intenso per cui tutte rientravano nel gruppo ad attività fisica lieve o moderata. I risultati di questo studio hanno chiaramente evidenziato come in nessun caso l’attività fisica lieve o moderata abbia portato ad un peggioramento dei tassi di gravidanza che, anzi, sono apparsi più bassi nelle pazienti che in attesa del risultato della procedura hanno limitato al massimo le loro attività.

.

In conclusione possiamo affermare come oggi i dati presenti in letteratura abbiano ormai chiaramente dimostrato come sia ormai del tutto da sfatare la convinzione che stare fermi dopo il transfer, sia immediatamente dopo che nei giorni successivi, possa servire a qualcosa per migliorare le probabilità di successo. Allo stesso tempo tali dati indicano chiaramente come siano assolutamente ingiustificati i sensi di colpa e di frustrazione che spesso tante donne hanno in caso di insuccesso per non essere state abbastanza ferme.

.

Lo stare ferme, il rinchiudersi in una campana di vetro, comporta anzi spesso lo svilupparsi di una condizione di stress psicologico che molto probabilmente influisce solo in senso negativo sull’esito della procedura.

.

Sulla base di questi elementi appare quindi auspicabile a mio avviso uno sforzo da parte di noi medici al fine di informare e supportare correttamente la donna ed aiutarla così ad affrontare con maggior tranquillità il percorso della procreazione assistita, allontanando per quanto possibile le ansie e le paure che purtroppo in molti casi tendono a prendere il sopravvento.

Fonti

  1. Khaldoun Sharif M.R.C.O.G.A,*, Masoud Afnan M.R.C.O.G.A, Hany Lashen M.R.C.O.G.A, Manal Elgendy M.B.B.Ch.A, Christine Morgan S.R.N.A, Lucinda Sinclair S.R.N.A. Is Bed Rest Following Embryo Transfer Necessary? Fert Ster, 1998; 69; 3: 478-481
  2. Bar-Hava I, Kerner R, Yoeli R, Ashkenanzi J, Shalev Y, Orvieto R. Immediate ambulation after embryo transfer: a prospective study. Fert Ster, 2005 Mar, 83 (3): 594-7
  3. Purcell KJ, Schembri M, Telles TL, Fujimoto VY, Cedars MI. Bed reste after embryo transfer: a randomized controlled trial. Fert Ster, 2007, Jun; 87 (6): 1322-6
  4. Gaikwad S, Garrido N, Cobo A, Pellicer A, Remohi J. Bed rest after embryo transfer negatively affects in vitro fertilization: a randomized controlled clinical trial. Fert Ster, 2013, Sept; (3): 729-735
  5. A. Frankel,a T. A. Molinaro,b P. A. Bergh.c a Nursing, Reproductive Medicine Associates of NJ, Basking Ridge, NJ; b Reproductive Medicine Associates of New Jersey, Eatontown, NJ; c RMA, Basking Ridge, NJ. Immediate ambulation after embryo transfer has no effect on ongoing pregnancy rates in fresh or frozen cycles with or without comprehensive chromosomal screening. Fert Ster, 2106; Vol 106, No.3, Suppl: e206
  6. Malhotra N, Sarkar P. Pregnancy outcome after bed rest versus early ambulation following embryo transfer during IVF/ICSI cycles – a randomised controlled study. Fert Ster, 2019; Vol. 112, No3, Suppl.: e146
  7. Kuçuk M, Bed rest after embryo transfer: is it harmful? Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol, 2013, Apr; 167 (2): 123-6